Dolore acuto e dolore cronico: come riconoscerli e trattarli?

Quando si parla di dolore, spesso si tralascia una distinzione fondamentale per poter classificare correttamente i sintomi e trattarli in modo adeguato: la distinzione tra dolore acuto e dolore cronico.

Il dolore acuto: perché è importante non sottovalutarlo

Il dolore acuto (spesso erroneamente inteso come dolore “intenso”) è un dolore di breve durata, legato di solito a un danneggiamento localizzato dei tessuti, come nel caso di ferite, fratture, infezioni in atto o interventi chirurgici. È normalmente localizzato, improvviso e di breve durata, e tende a risolversi con la guarigione della causa scatenante.

Può presentarsi in modi diversi: un senso di oppressione, una fitta, un bruciore. Comunque esso si manifesti, il dolore è quasi sempre un campanello di allarme che ci avverte di problemi che richiedono la nostra attenzione.

Un dolore acuto non trattato può infatti cronicizzare, trascendendo in quel  fenomeno noto come neuroplasticità, cioè la capacità del sistema nervoso di riorganizzare nuovi circuiti in seguito a danni di tipo infiammatorio o neuropatico, per cui il dolore acuto si trasforma in un dolore persistente e cronico. Si ottiene un’aumentata risposta allo stimolo doloroso, una riduzione della soglia del dolore, la diffusione del dolore in aree non coinvolte dal danno.

Il dolore cronico: uno dei problemi più importanti di salute pubblica

Il dolore cronico, invece, si protrae oltre i tempi normali di guarigione di una lesione o di un’infiammazione (abitualmente 3-6 mesi) e può persistere per anni. I sintomi, dunque, durano più del previsto compromettendo la vita sociale del paziente. Ne sono esempi molto diffusi il mal di testa persistente, il mal di schiena e i dolori cervicali.

Un aspetto particolarmente importante del dolore cronico è che può essere determinato non solo dal persistere dello stimolo dannoso, ma anche da un processo di automantenimento. Ciò è dovuto al fatto che la stimolazione dolorosa dei nervi persiste anche quando la sua causa è cessata.

Le statistiche mostrano che il dolore cronico colpisce tutte le fasce di età e prevalentemente le donne. Inoltre, rappresenta una delle cause più frequenti di consulto con il medico. Se non adeguatamente trattato, non abbandona più il soggetto che ne è colpito, compromettendone spesso il benessere psicofisico, la condizione emotiva e la capacità relazionale. Per tutti questi motivi, è stato definito dall’Organizzazione mondiale della sanità (OMS) come uno dei maggiori problemi globali di salute pubblica.

L’importanza di una corretta gestione del dolore

Nonostante i significativi progressi nella ricerca sul dolore e sulla sua gestione, milioni di persone continuano a soffrire a causa di un controllo del dolore inadeguato. Il dolore non controllato non solo determina una situazione di disagio e sofferenza nel soggetto, ma ha anche diverse conseguenze negative:

  • ritarda la guarigione
  • aumenta il rischio di altri disturbi
  • prolunga il ricovero ospedaliero
  • aumenta il rischio di un dolore cronico persistente

La speranza di una migliore gestione del dolore è venuta negli ultimi anni dallo sviluppo di nuovi farmaci e dall’integrazione a base di ingredienti naturali come l’artiglio del diavolo, che si è rivelato altamente efficace nel trattamento di malattie reumatiche, dolori articolari, mal di schiena, contusioni, mal di testa e dolori cervicali.

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