Se ne sente parlare spesso ma non tutti conoscono questa patologia a carico dell’apparato digerente, che colpisce circa il 20% della popolazione adulta, con maggioranza tra le donne. Le sue cause non sono ancora del tutto chiare e le informazioni a riguardo sono spesso contrastanti.
Proviamo a fare chiarezza!
Cos’è la sindrome del colon irritabile?
La sindrome del colon irritabile (IBS) è una condizione infiammatoria che colpisce l’ultimo tratto dell’intestino (il colon), che si inquadra nell’ampio gruppo delle malattie digestive e che si manifesta con una serie di sintomi come crampi addominali, gonfiore e alterazioni dell’alvo (diarrea e/o stitichezza), nausea, ansia, stanchezza, cefalea, disturbi del sonno.
Per essere considerata una patologia, i sintomi devono persistere continuativamente per almeno 3 mesi ma, anche quando hanno un andamento intermittente, i disturbi associati alla colite possono causare disagio nei pazienti a causa del loro impatto sulla vita quotidiana.
I sintomi del colon irritabile sono comunque diversi da soggetto a soggetto, il che rende più complesso effettuare una diagnosi da parte del medico, che deve escludere patologie simili come diverticolite, morbo di Crohn, etc.
Come mai viene la colite?
Le cause della colite possono essere distinte in acute e croniche: parliamo di colite acuta in presenza di un’infiammazione del colon che insorge rapidamente, in poche ore o qualche giorno. Un classico esempio di colite acuta è quella di origine infettiva.
Si definisce invece colite cronica quella condizione che insorge più lentamente, in maniera “subdola” e graduale nell’arco di settimane o anche mesi, e che perdura con andamento intermittente per lunghi periodi. Tra le coliti croniche, le più importanti sono la sindrome del colon irritabile e le malattie infiammatorie intestinali.
Purtroppo, le cause di questa patologia non sono ancora completamente definite, e vanno ricercate in diversi ambiti a seconda del paziente.
- Diverse ricerche sembrano confermare una correlazione diretta tra la colite psicosomatica e il ripetersi nel tempo di condizioni di stress, ansia ed emozioni negative nella vita del paziente. Gli stessi sintomi possono costituire causa di ansia, alimentando il circolo vizioso alla base della sindrome.
- Altre cause scatenanti sono da ricercare in uno stile di vita sedentario, alimentazione disordinata e povera di fibre, assunzione di alcol, caffeina, fumo.
- Infine, anche una predisposizione genetica potrebbe costituire un fattore di vulnerabilità al colon irritabile.
Come si cura la colite?
Non esiste una cura definitiva per la colite, ma grazie ad alcuni cambiamenti strategici nella dieta e nello stile di vita, oltre che con l’assunzione di specifici farmaci e integratori, oggi si possono tenere sotto controllo i sintomi e ridurre i disagi legati alla malattia.
Prima di modificare la dieta, è importante annotare ogni giorno tutti gli alimenti che sembrano far peggiorare i sintomi, per riferirli al medico curante: ogni paziente reagisce diversamente agli alimenti, pertanto è necessario escludere gradualmente alcuni cibi per vedere se si riscontrano cambiamenti nei sintomi. Ecco alcuni dei cibi che più comunemente peggiorano i sintomi della colite:
- Latte e latticini
- Dolcificanti
- Alcuni frutti come pesche, pere e prugne
- Alcuni ortaggi come cavoli, carciofi, spinaci, cipolla, rucola, cetrioli, sedano
- Alcune spezie
- Bevande contenenti caffeina
- Bibite gasate
Oltre a curare l’alimentazione con assunzione regolare di fibre e acqua, è importante non trascurare una moderata ma regolare attività fisica e concedersi un numero adeguato di ore di sonno. Infine, ridurre le cause di stress aiuta a migliorare notevolmente i sintomi della colite.
Un aiuto dalla natura
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